Molfetta, sabato 8 agosto

Nel corso della penultima giornata il campo ha accolto molti ospiti: Mons. Domenico Amato, amministratore della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ha presieduto la preghiera del mattino, il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e Marco Franchin, vicepresidente adulti della diocesi di Latina e già Vicepresidente nazionale del Settore giovani. La relazione di Marco Franchin, incentrata sul tema del vivere lo stile di Ac nella società, ha fornito numerosi spunti di riflessione sulla preziosità di formazione e competenze acquisite in associazione che ciascuno di noi è chiamato in prima persona a reinvestire nella società. “Facendo Ac costruiamo le competenze, l’Ac dà un di più da spendere” proprio perché chi si forma in Ac è in grado di compiere quel discernimento comunitario auspicato nelle Costituzioni del Concilio Vaticano II, è capace di guardarsi intorno, di leggere la realtà alla luce del Vangelo e di mettere in atto un progetto concreto, correndo un rischio e assumendone la responsabilità in prima persona. Marco Franchin ha condiviso la sua esperienza di impegno nella società, oltre che come padre di famiglia, avvocato e insegnante presso CFP, come vicepresidente dell’associazione HAbita Terra (con sede a Sabaudia) che offre un impiego in agricoltura sociale a persone disabili, un progetto nato con la collaborazione di alcuni compagni di viaggio incontrati in Ac. “All’Ac spetta il compito di piantare tutti i semi possibili, ognuno in futuro sceglierà a quali frutti attingere” ha affermato infine Marco.

Nel pomeriggio è stato dedicato un lungo spazio di verifica di contenuti e modalità dei giorni trascorsi assieme, sempre nello stile della fraternità che costruisce e arricchisce il lavoro dell’equipe di campo rendendo tutti protagonisti e corresponsabili della rotta su cui continuare ad incamminarsi.

Protagonista indiscutibile della serata è stata sicuramente Molfetta stessa, con il suo centro storico ed i suoi monumenti, grazie alla visita curata dall’Associazione diocesana e terminata  con un momento di preghiera finale all’interno del Duomo di Molfetta durante il quale davvero si è respirato un clima di famiglia, il clima accogliente di quando ci si sente a casa. A guidarci ancora una volta le parole di don Tonino Bello“Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi”.