La dicotomia economia-politica ha quasi raggiunto, nella nostra società, il significato più puro di dualismo: due ambiti contrapposti che non riescono a trovare un punto di incontro. Quello che invece ho osservato in questo evento, è stata la consapevolezza di voler rimettere al centro del dibattito economico-politico la figura dell’uomo, che assume la funzione di catalizzatore per un incontro più profondo tra questi due “mondi”. Dopo aver ascoltato l’intervento di Don Salvatore Surbera, che ha evidenziato come il profitto privato influisca sulle scelte politiche di uno Stato, ci siamo messi a confronto all’interno di piccoli gruppi di lavoro, provando ad analizzare alcuni articoli e cercando un orizzonte condiviso. Dopo un’attenta analisi, l’idea di base, condivisa da tutti, è stata rimettere al centro del dibattito l’uomo che ritrova la dignità e felicità nel lavoro in quanto tale, al di fuori di ogni ragionamento di profitto. La mercificazione della figura umana, vista come utile o scarto e le mancate regolamentazioni da parte del tessuto politico di questi ultimi 20-30 anni, ha provocato una situazione di malessere collettivo che oggi tutti percepiamo. I due punti su cui si è fondata la riflessione comune, verso un orizzonte legato al bene comune, sono stati: innovazioni dell’industria 4.0 e sperimentazione di un’economia civile legata ai piccoli produttori, che vada a contrastare l’aspetto negativo della globalizzazione cioè la monopolizzazione del commercio. Attraverso l’incontro (e non lo scontro) è stato possibile arrivare ad una soluzione comune e mediata da tutti, in cui l’essere umano è stato, finalmente, rimesso al centro del dibattito economico-politico. È emersa, così, una visione più antropologica, generatasi proprio dal dibattito costruttivo di persone che si conoscono ben poco, ma che vivono nella stessa società caratterizzata da problematiche comuni.
Federico Rottaro
Materiali utili
 Politica ed economia, incontro AC.pptx | [ ] | 2598 kB |