Parole di Democrazia, così è stata intitolata la prima edizione della Scuola di Bene Comune che ha preso luogo dal 15 al 17 novembre 2019 nella nostra diocesi, a Pomezia.

Questa iniziativa, promossa dal Movimento Studenti di Azione Cattolica nazionale, è stata in parte finanziata come progetto Erasmus+ .

Sono stati giorni in cui tantissimi studenti e amministratori locali provenienti da tutta Italia, hanno avuto l’occasione di confrontarsi tra loro e con diversi ospiti sul tema della Democrazia. Noi studenti del circolo MSAC di Albano abbiamo partecipato a questo evento con tanta curiosità e voglia di imparare e, al termine dell'esperienza, carichi di entusiasmo, abbiamo deciso di interrogarci su due domande principali: 

- Come la Scuola di Bene Comune ha contribuito a formare il nostro pensiero sulla democrazia?

- Come uno studente può vivere appieno la democrazia all’interno della propria scuola?


Andrea Palano (14 anni, msacchino)

Questo campo attraverso vari incontri ha cambiato il mio modo di vedere la democrazia, ho capito che ognuno di noi, al di là dell’età, possa esprimere la propria opinione e che tale opinione abbia un peso per tutti coloro che l’ascoltano. Secondo me, per vivere appieno la democrazia nella scuola, uno studente deve semplicemente sentirsi coinvolto nelle decisioni più grandi e più piccole, e credere che tutti gli studenti insieme possono creare un pensiero comune che venga ascoltato da tutti, perché ognuno ha il diritto di essere ascoltato, e impegnarsi affinché tale pensiero possa modificare l’ambiente scolastico in meglio.

 

Valeria Fiumi (15 anni, msacchina)

Questo campo ha formato il mio pensiero sulla democrazia grazie all'aiuto degli amministratori: parlando con loro, ho imparato che per mantenere viva la democrazia, il cui strumento principale è la Rappresentanza, andrebbe inserita ed insegnata a scuola, che a lungo andare diventa più importante della Magistratura e del Parlamento.

 

Matteo Russo (17 anni , msacchino)

Tramite le attività che ci sono state proposte durante questo campo, ho capito che la vera democrazia è un bene inestimabile e bisogna lottare per ottenerla e mantenerla, e che non si deve vivere passivamente sottostando alle decisioni altrui, ma è un nostro diritto e dovere quello di partecipare attivamente, anche nel nostro piccolo, sia dentro scuola che all'esterno.

 

Gabriele Erdi (16 anni, msacchino e rappresentante d'istituto)

La Scuola di Bene Comune ha formato il mio pensiero sicuramente allenandomi

a porre attenzione su tematiche impegnative, conoscendo nuove persone e nuove situazioni, permettendomi di mettermi in gioco e confrontare le mie idee con gli altri e infine, giudicando con pensiero critico ciò che ci circonda

Mi ha insegnato inoltre come utilizzare i social network in modo coscienzioso, mostrandomi cosa comporterebbe e cosa ha comportato in una democrazia l'entrata dei social come strumento di propaganda. Inoltre grazie ai vari interventi altamente qualificati mi è parso all'occhio quanto oggi la massa italiana sia facilmente ingannabile e quanto purtroppo siamo convinti che oggi l'italia sia una democrazia totale. La nostra, a parer mio, è una democrazia solo apparente.

Secondo me uno studente vive appieno la democrazia fra i banchi di scuola partecipando alle assemblee ma soprattutto vivendo attivamente e non passivamente la scuola,  tenendosi informato sulle diverse situazioni che la riguardano e prendendole a cuore (secondo lo stile dell’ I care di don Milani), e condividendo le proprie idee e le proprie soluzioni ai problemi scolastici.

 

Elisa Fiumi (15 anni, msacchina)

Questo campo mi ha aiutata ad aprire la mente sulle situazioni attuali riguardanti la democrazia, facendomi capire realmente quali sono i principali aspetti sbagliati o giusti che la riguardano. A mio avviso, noi studenti viviamo la democrazia all’interno della scuola grazie alle votazioni dei vari rappresentanti, momento in cui abbiamo la facoltà di decidere chi meglio ci possa rappresentare.

 

Samuele Rogo (17 anni, membro equipe)

Questo campo mi ha formato sul concetto di democrazia facendomi capire che la democrazia non è sinonimo di maggioranza, ma di totalità: per avere una vera democrazia bisogna dare voce a tutti.Secondo me si può vivere appieno la democrazia facendosi rappresentante della popolazione scolastica, portando le proposte e le lamentele sulle proprie spalle, e cercando di renderle realtà.

 

Giovanni Clarizia (17 anni, membro equipe)

Durante questo campo abbiamo saldamente compreso che la democrazia è un’eccezione rara e fragile; difatti è in crisi a causa della superficialità, dell'ignoranza, della mancanza di formazione e dell'improvvisazione della politica. In questi giorni abbiamo imparato a proteggerla con maggior interesse e cura.

Per me, da studente, posso vivere appieno la democrazia alzando la mano, per andare alla lavagna o per chiedere un esercizio che non ho capito.

Alzando la mano, perché io ho un valore e conto come gli altri.

Alzando la mano e dicendo: "posso farlo io" e "Chi è con me?". 

 

Nicolò Cefalo (21 anni, segretario diocesano)

Io credo che questa scuola di bene comune ci abbia insegnato una verità fondamentale: la democrazia deve essere difesa ed esercitata e lo possiamo fare solo attraverso la buona informazione, ma soprattutto attraverso la formazione per raggiungere il pieno sviluppo come espresso dalla Costituzione Italiana. 

All'interno della propria scuola, così come nello Stato, la democrazia si attua facendo mio l'ambiente in cui vivo e le tematiche di cui ogni giorno si parla senza essere un contenitore passivo, ma invece appassionandomi a ciò che mi circonda. Solo dopo questo step si può giungere ad una partecipazione tipicamente democratica che rispecchia l'amore e la passione che ho per la scuola e più in generale per la realtà in cui vivo.

 

Chiara Russo (20 anni, segretaria diocesana)

La Scuola di Bene Comune ci ha ricordato che siamo tutti costruttori di Democrazia, in quanto valore da preservare, a partire dai piccoli gesti quotidiani, dalle volte in cui ci facciamo promotori di un dialogo a cui tutti possono prendere parte, da tutte quelle volte in cui scegliamo di impegnarci in prima persona, dalle volte in cui il confronto con l’altro diventa ricchezza; ci ha ricordato che tutti noi possiamo fare la differenza a partire dai banchi di scuola, scegliendo di metterci la faccia, contagiando gli altri col nostro entusiasmo e creando rete, una rete di “mi sta a cuore”, di responsabilità, di rappresentanza, di dialogo, di informazione, studio e formazione, affinché ciascuno di noi possa portare il suo contributo e possa spendersi per la propria comunità.


Torniamo a scuola, a casa, in piazza, in parrocchia, in palestra e in tutti quei luoghi che siamo chiamati ad abitare ogni giorno, grati per questa esperienza che custodiremo nel cuore e consapevoli che tutti, a partire dal nostro piccolo, possiamo fare la differenza e siamo pronti ad impegnarci, a vivere e partecipare attivamente, perché insieme siamo capaci di cose Belle! 

  

Gli msacchini del Circolo MSAC di Albano


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